sabato 6 settembre 2008
Retournons! Ovvero quando l'assimilazione del non-identico è una moda
venerdì 5 settembre 2008
Campioni del Mondo! Ovvero, tiratemi fuori da questo cazzo di paese.
Non pensavo che parlare della mia indifferenza alle vicende della nazionale italiana potesse suscitare tanto scalpore e peninsulare sbigottimento. Ma, focosi tifosi, spiegatemi: perché dovrei tifare l’Italia? Datemi una buona ragione almeno! Una che riesca andare al di là delle consuetudini geografiche, anagrafiche, ageografiche e linguistiche. Io provo a darvi le mie, tenendo ovviamente ben presenti quelle.
Italia. Iniziamo dall’ovvio. Un paese che ogni qual volta ha provato sentimenti nazionali lo ho fatto per convenienza e necessità di omologazione con malcelato obiettivo di evitare di incappare in spiacevoli inconvenienti. Che non ha mai saputo scindere il sano legame alla propria terra dal senso di purezza [tri]cromatica e avversione al diverso. Vivo con un siciliano che pensa che gli inglesi siano zingari perché hanno le lentigini e i capelli rossi, che a est dell’italia vive gente dedita al reciproco latrocinio, che gli insulari sono puri e i peninsulari semipuri, o quasi, perchè dalla Puglia in bicicletta si può arrivare uin Croazia e che quindi i pugliesi sono slavi. Come lui molti, più o meno. Preoccupante è che molti sono “più”. In metro. In università. Inclinazioni nazional-popolari per nulla gramsciane. Inclinazioni che non ci togliamo, che nutriamo dentro malcelandolo ma che siamo pronti a tirare fuori quando è d’uopo. Ora, si sa, è d’uopo.
Perché dovrei affiancare il mio tifo a quanti dimostrano avversione esplicita al nostro paese quando non si tratta di tifare 11 ragionieri in mutande che si rincorrono un campo di calcio[Bene]? A quelli che tifano Italia ogni torneo quadriennale, o quando corre in moto, o in auto, o sopra o sotto? Perché dovrei affiancare il mio tifo a quelli che al di là dell’occasione “azzurra” sputano in faccia al nostro paese svendendolo, alle nostre istituzioni deridendole, alla nostre energie mortificandole, costringendole all’esilio, dentro e fuori i luoghi della produzione e del potere? A quelli che riversano i liquami nel mare delle nostre acque, che lasciano i rifiuti imputridirsi per le strade, a quelli che truccano i concorsi non rendendosi conto che abbiamo le persone meno indicate in ogni posizione che richiede capacità riconosciute, a quelli che annichiliscono ciò che di buono possiamo fare parandosi dietro il “così fan tutti”? Gradualmente, lentamente, come cancri a pallettoni, clauster-cancer. Perché dovrei tifare una nazionale con chi e per conto di chi distrugge la nazione che rappresenta? E non venitemi a raccontare di dover distinguere i ragazzi che scendono in campo dal resto. Cazzate. Io non me la prendo con loro, non mi interessano loro. È l’ipocrisia che è dietro che contesto, che mi fa ribrezzo. Non tutti i tifosi italiani sono così? E vero, ma non mi interessa nemmeno la maggioranza. A me basta sapere che è quella che vota, che è quella delle clientele, che aspetta le briciole del pranzo di chi può concedersi lauti pasti e che tira a campare non auspicando neppure la fine della nottata [E.De Filippo].
Non ho tifato Italia perché spero che questa volta manchi alla fine l’assoluzione ridente, a vittoria ottenuta. Malgradi tutto siamo italiani. I campioni del mondo! Come ci è piaciuto dirlo nel 2006. A me per niente, e lo rivendico. Io non mi sono mai sentito un campione del mondo e neppure un italiano. Cosa ci è rimasto del 2006? Un cazzo, salvo un odio nemmeno troppo velato per i francesi, che spero domani ci facciano il culo [il –ci è dovuto al fatto che dopodomani le maggiori testate giornalistiche francesi includeranno anche me nel loro “les italiennes” , un –ci che mi piomba in situazione] e che ad oggi ci ha causato, a ben considerare, la oramai prossima dissoluzione della nostra compagnia aerea di bandiera (quanti italiani dichiaravano di non potere sopportare che al verde si sostituisse il blu, richiamando un altro tricolore, il più opdiato. E quanti e quali politici ci hanno marciato!). Ah! L’Alitalia! Ah! La vendetta dei "mangiarane"!
Non ho tifato Italia, ora come nel 2006 e forse davvero l'Italia non l'ho tifata mai (anche da piccolo avevo una certa proprnsione per la Germania e la Jugoslavia, forse per la divisa o per la difficolltà di pronucia dei loro nomi, infantile fascino esotico) perché sono radicalmente incoerente. Amo il mio paese. Mi piace l’Italia, forse un po’ meno del bel calcio. Non tifo L’Italia perché nella mia incoerenza ci si possa intravedere un barlume di coerenza. Durante lo scontro con la Romania io inneggiavo fanaticamente alla vendetta dei Vlad, scherzando con me stesso [quando nessuno può sentirti è il momento di lasciare che i resppiri siano più profondi!]. Speravo si potesse manifestare in un sorriso sdentato zingaro, esteuropeo. Volevo che si realizzasse il proposito orgoglioso dei fratelli Becali.
La caccia al rumeno: stupidità italiana all’ennesima potenza. Quelli rubano! Le leggi! Comandano a casa nostra! - Che fessi gli italiani! Non riuscirebbero a vedere al di là dei loro confini nazionali neppure se si traforassero migliaia di chilometri di Alpi o si lanciassero ponti su tutte le spiagge del mediterraneo. Infrastrutture ad effetto dopante. Infrastrutture-inframuscolo. Però, senza minimo orrore di se stessi: campioni del mondo!